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  • Immagine del redattore: elio dattero
    elio dattero
  • 12 gen 2022
  • Tempo di lettura: 5 min

In appendice all’anno dantesco appena concluso, si presenta un documento consultato presso l’archivio di Stato di Napoli che testimonia la presenza a Gragnano di una sede della Società Nazionale Dante Alighieri.


Quale fosse lo scopo della Società a livello nazionale possiamo desumerlo dai primi articoli del suo statuto Art. 1. La Società Nazionale Dante Alighieri si propone di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana fuori del Regno e di tener alto dovunque il sentimento d'italianità, al disopra d'ogni partito e di ogni asse. Art. 2. Per raggiungere il suo scopo, la Società istituisce e sussidia scuole, ne incoraggia con premi la frequenza e il profitto, coopera alla fondazione di biblioteche popolari, diffonde libri e pubblicazioni, promuove conferenze.


Art. 3. La Società è costituita da Comitati locali e Rappresentanze, ed è diretta da un Consiglio centrale che risiede in Roma. Art. 4. I Comitati locali si costituiscono, col consenso del Consiglio centrale, nel Regno e fuori, dove sieno almeno venti soci perpetui od ordinari.

(Società Nazionale Dante Alighieri, Origine, incremento, scopi, Roma, 1927, p. 11)


La retorica del ventennio fascista mai scevra di iperboli trovava nella Società un valido supporto al programma di Governo.


Vediamo nella Dante uno dei mezzi più potenti e più adatti a conseguire quegli alti compiti nazionali che il popolo italiano è risoluto a raggiungere sotto la guida di Colui che con fede incrollabile e con tenace ed ardente volontà ha segnato al popolo italiano le vie della sua nuova storia, Egli, che mi ha incaricato di portarvi il suo entusiastico saluto, sa che voi siete i migliori interpreti del suo pensiero, i migliori collaboratori dell'opera sua, tutta illuminata da una grande idea, l'idea di una Italia che sia costituita non solo da quanti abitiamo entro i confini che la guerra vittoriosa ha reso sacri ed inviolabili, ma da quanti Italiani sono nell'universo mondo, affratellati dalla lingua di Dante e da pensieri, sentimenti e aspirazioni comuni.

(Dal discorso di S. E. Fedele sul Campidogllo, inaugurandost 1'8 giugno 1926 il Convegno straordinario dei Presidenti della Dante).

(p. 10)


Quel Colui chiamato in causa nel testo è ovviamente Benito Mussolini che l’11 gennaio 1924 scriveva:

Il nome e l'opera della Dante hanno un posto luminoso nella storia dell'Italia moderna. Negli anni piùt tristi di questa storia la Dante è il simbolo di una fede intatta, tenacemente custodita e difesa; negli anni più tristi e più combattuti il simbolo di una resistenza incrollabile. (p. 8)


L'opera che da decenni persegue la Dante [...] svolta con tenacia e con amore per mantenere desto il sentimento di italianità nelle nuove generazioni ed incitarle al culto più sacro alla Patria: il contributo portato con fede e con entusiasmo alla più grande guerra, per conclamarne i principi e le idealità, sono essi titoli di merito perché il Sodalizio trovi, in questo Ministero, il più largo e sollecito aiuto alla sua missione. (Circolare dell'8 giugno 1915 di S. E. Pietro Fedele ai RR. Provveditori agli Studi per la diffusione della tesserina scolastica della Dante) (p, 10)


Torniamo a Gragnano e al documento in esame; siamo nel 1928 periodo in cui tutte le società costituite o in costituendo, erano soggette al controllo delle autorità.

Nel caso specifico il controllo spettava alla Stazione dei Reali Carabinieri di Gragnano diretta all’epoca dal maresciallo Lorenzo Fiorillo.

Dal prospetto compilato dalle forze dell’ordine veniamo a sapere che la data di fondazione del comitato gragnanese è quella dell’11/04/1927, che aveva sede in Viale Sorrentino, che lo scopo della società era: cultura e sviluppo della lingua italiana e che i principi cui s’informa e tende: Tende allo sviluppo dell’italianità.



Il comitato fu fondato per iniziativa del Comm. Domenico Arena e alla data di fondazione il direttivo provvisorio era formato da:

Dr. Donato Abbagnale, Comm. Domenico Arena, Cap.no Cuomo Giacomo, Avv. Gennaro Di Nola, , Avv. Lucio Garofalo, Cav. Uff. Vincenzo Parlato.


Alla data del 9 maggio 1927 Il Presidente, che ovviamente per l’epoca doveva essere di certo orientamento fascista, era l’avvocato Gennaro Di Nola; Vice Presidente il Cavaliere Vincenzo Parlato, Segretario Guido Di Nola e Cassiere Giovanni Della Rocca.

Il Consiglio direttivo oltre alle persone già citate era formato da 9 consiglieri.

Si trattava, in questo caso, di soci ordinari soggetti ad un contributo annuo di lire 10 come da statuto.

Il comitato contava allora in tutto 132 soci, 117 uomini e 15 donne e tra si essi si possono leggere i nomi di industriali della pasta, avvocati e membti dell’alta borghesia gragnanese; non mancano alcuni esponenti del clero.

I soci non appartenenti al Direttivo erano tenuti al pagamento di una quota mensile di Lire 2,00 cadauno. Si tratta in questo caso di soci aggregati come si evince dall’art. 15 dello statuto I soci si dividono: in […] aggregati che pagano non meno di lire 2 l’anno. (p, 14)


Nella sezione L'opera e i fini del Sodalizio del già citato opuscolo si legge quanto segue Come si esplica l'azione. della "DANTE ALIGHIERI..?

Costituendo nei centri maggiori del Regno Comitati e Sezioni aggregate che assiduamente lavorino ad aumentare le adesioni collettive e individuali, a raccogliere fondi da versare al Consiglio centrale, per il conseguimento degli intenti sociali. (p. 15)

Considerando che Gragnano non può certamente essere annoverata tra i centri maggiori del Regno e che alla data di pubblicazione dell’opuscolo comitati erano presenti per quanto riguarda la provincia di Napoli, oltre alla stessa Napoli, a Portici, Torre del Greco, Torre Annunziata, Piano di Sorrento e Massalubrense, è probabile che il comitato di Gragnano fosse una emanazione di quello già preesistente di Torre Annunziata.

Il promotore, che abbiamo visto essere Domenico Arena, già impiegato nel circondario di Castellammare di Stabia presso l’Ufficio del Registro per il Demanio e Tasse, proprio a Torre Annunziata (Calendario Generale del Regno d’Italia per l’anno 1914, Ministero dell’Interno 1914, p. 782) era infatti membro e per un periodo anche Presidente della Società Dantesca di quella stessa città.



A Torre Annunziata il 25 agosto del 1916 il Consiglio di Amministrazione della Dante Alighieri approvò un ordine del giorno in cui si stabili di stilare una circolare a favore della costruzione di un monumento in onore dei caduti della Grande Guerra e si decise di inviarla alle testate dei giornali più importanti dell'epoca. Si fece promotore dell'iniziativa Domenico Arena, presidente dell'associazione, attraverso dibattiti e comizi. (Maria Rosaria Nappi, La Campania e la Grande Guerra: I Monumenti ai Caduti di Napoli e Provincia, Gangemi, p. 190)

In chiusura di questo breve excursus, si comunica l’intenzione di voler prossimamente incentrare un post sulla persona dell’Avvocato Gennaro Di Nola, Presidente della Società Dantesca.

Eventuali lettori intenzionati a collaborare con informazioni o materiale in loro possesso o anche disponibili a confrontarsi per il riscontro di notizie, possono contattarmi sulla pagina facebook o all’indirizzo email presente all'indirizzo eliodattero@gmail.com




 
 
 
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    elio dattero
  • 25 nov 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

Un breve post in occasione della festività di Santa Caterina d’Alessandria la cui piccola chiesa fu eretta nella seconda metà del XIX secolo in Via Roma.

La prima chiesa dedicata a Santa Caterina, situata nella platea del Trivione si ha memoria di essa il 10 settembre 1473 in una bolla dell’arciprete Antonio de Miro (Giovanni Celoro Parascandolo, Gragnano Sacra p. 87), fu abbattuta principalmente per motivi di riassetto viario del Comune

Ce lo dice, tra le altre cose, una delibera del Consiglio Comunale del 23 novembre 1863 dal titolo: beneficiato di Santa Caterina, nella quale leggiamo quanto segue:


il Presidente à proposto dimanda del Sig. Giovanni Mariconda, Beneficiato di S. Caterina, sotto il cui titolo si sta erigendo in questo Municipio una Chiesetta in strada Trivione, in cambio di quell’abbattuta per l'ampliamento della strada S. Caterina e chiede che il Consiglio disponga covrirsi a tetto la sagrestia pel meglio delle fabbriche, e perché sia utile al fine cui è diretta, che si acquistino delle campane, e che infine si faccia benedire a cura del Municipio giacché egli non era soggetto a tali spese, qualora il Municipio non avesse occupata la sua antica Chiesa [...] per poscia consegnarla al beneficiato Sig.Mariconda

(Archivio Storico Gragnano, reg. 1)


La successiva delibera della stessa seduta del Consiglio riguarda un’

Altra dimanda del Sig. Luigi Stabile per conseguire L. 680 pari a D. 160 pel quadro rappresentante il Martirio di S. Caterina, ad uso di detta Chiesa, una alla cornice dorata, eseguito per incarico di questo Municipio, conferitogli fino dall'anno 1858

il Consiglio

a voti uniformi

delibera che la Giunta faccia rivedere il lavoro, e pertanto si stanzii sul bilancio del venturo anno la metà della somma dimandata in L. pari a D.ti 60(?)

(Archivio Storico Gragnano, reg. 1)

Chi fosse Luigi Stabile ce lo racconta la sua scheda tratta dal sito dell’Istituto Matteucci, ente dedito allo studio e catalogazione dell’arte italiana del XIX secolo http://www.istitutomatteucci.it/en/dictionary-of-artists/stabile-luigi

STABILE LUIGI

Napoli 1822 - dopo il 1891

Dal 1838 fu allievo di G. Maldarelli alla Scuola di Arti Applicate dell’Istituto di Belle Arti di Napoli. Passato poi nelle classi accademiche, e ottenuto il pensionato di perfezionamento, svolse i consueti temi di soggetto mitologico e biblico con i quali partecipò alle mostre borboniche (1848, Eudoro davanti a S. Cirillo, Ossian e Malvina; 1855, La morte di Atala). Dal 1860 sembrò scegliere un indirizzo preciso come autore di quadri di ispirazione romantica, dedicati soprattutto a personaggi femminili. Fra quelli che comparvero alle mostre napoletane della Promotrice ricordiamo: Annella de Rosa calunniata dalla fantesca, Sofonisba Anguissola (1862), Laura che legge un sonetto al Petrarca (1864), La poetessa Ortenzia da Gabiano (1883) e Camiola Turinga messinese (1885). Trattò anche soggetti religiosi (Beata Ludovica, documentata presso il Palazzo Reale di Napoli) con tele presentate alle mostre (La Vergine Addolorata, esposto a Napoli nel 1877; La Vergine col Bambino, esposto a Genova nel 1887) e con interventi decorativi per chiese napoletane (Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone).


La sua opera presente a Gragnano è datata 1863 e indicata sul catalogo generale dei beni culturali con il codice di catalogo nazionale 1500014860http://www.sigecweb.beniculturali.it/images/fullsize/ICCD50007103/ICCD3605941_14860.jpg



Tuttavia, il quadro posto a deposito nell’ancora erigenda chiesa di Santa Caterina, andò incontro a problemi conservativi. Ce lo racconta un’altra delibera consiliare, questa volta dell’8 novembre 1864


pagamento al pittore Luigi Stabile pel quadro di S. Caterina e lite pendente tra questo Comune ed il sig. Stabile.

Il presidente à esposto che fin dal 1858 per la esecuzione del quadro ad olio rappresentante il martirio di S.a Caterina, venne incaricato il pittore Luigi Stabile. Questi fece il il bozzetto, fu approvato, e si stabilì la esecuzione dello stesso per la cifra di L. 680. Il quadro fu fatto, fu portato qui dal pittore ma come quando e da chi fu ricevuto in allora è rimasto tuttavia in dubbio, sol che il Municipio nel riceversi la consegna dei lavori della Cappella, elevo verbale in data sette detta Aprile corrente anno, ed in esso è il quadro menzionato.

Questo quadro ora vedesi in molti punti sfregiato, forse perché piazzato al muro ancora fresco, il Pittore à istituito giudizio presso questa giudicatura per pagamento di L. 680,00 ed una sentenza del 7 ottobre (?) à condannato il Municipio al pagamento.

In questo stato di cose, è interessante che la lite sia estinta, che il quadro sia ripigliato, ed accomodato, ed invita il Consiglio perciò a deliberarvi

Il Consiglio

Dietro lettura della sentenza sunominata, degli uffizii per virtù dei quali il Sig. Stabile venne incaricato della esecuzione del quadro a così

Uniformemente deliberato

che siano al Pittore Stabile pagate le L. 255,00 fissate per l'oggetto nel Bilancio di questo anno.

Che i Signori Consiglieri Iovene Niccola e Cuomo Nicola procurino di trattare col Sig. Stabile, e definire sugli accomodi che sono necessarii al quadro, su la spesa relativa, e su qualche risparmio che si potesse ottenere.

Si riserba pagare il dippiu del debito nell’anno 1865. Si fa poi espressa ed ampia salvezza pel danno che il quadro à sofferto per essere stato inopportunamente piazzato nella Chiesa, ancora umida, e senza le debite cautele, per essere riveduto sia dall’appaltatore (?) sia dagl’Architetti.

Le spese poi giudiziarie fatte da Stabile da rimanere compensate. Beninteso qualora non segua l’accordo, resta delegato la Giunta a produrre appello avverso la indicata sentenza, ed all’effetto la delega a proseguirne il giudizio.

(Archivio Storico Gragnano, reg. 1)


Per ovviare a problemi conservativi del quadro originale, in particolare durante le processioni, è stata realizzata una copia in formato ridotto dell'opera conservata nei locali della sagrestia.



 
 
 
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    elio dattero
  • 9 ott 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

In occasione dell’anno dantesco ecco un contributo, cui seguiranno altri, che testimonia l’esistenza di un rapporto, ovviamente, di tipo indiretto tra il massimo poeta italiano e la città di Gragnano.


Nel maggio 1863 perveniva al Municipio di Gragnano una lettera circolare da parte della Società Dantesca, costituitasi a Napoli a fine 1862 e presieduta dallo scrittore, intellettuale e patriota Luigi Settembrini.

E’ proprio quest’ultimo a renderci noto il contenuto della lettera circolare, accompagnata da relativo programma nel suo scritto Il monumento a Dante pubblicato nel 1871.

Luigi Settembrini

(fonte wikipedia)

IL MONUMENTO A DANTE

RESOCONTO

25 Agosto 1871

Su la fine del 1862 si costituiva in Napoli una Società promotrice di un monumento a Dante, e si chiamo Società Dantesca. Il concetto che essa ebbe ed il fine che si propose appariscono dal suo programma e dalla prima lettera circolare.

PROGRAMMA

Noi vogliamo innalzare un monumento a Dante Alighieri in Napoli. Firenze onora in Lui il suo cittadino, noi onoriamo in Lui il massimo degl'Italiani, che primo volle e sperò e propugnò l' unità e l'indipendenza d'Italia. Dante per noi è l'Italia, e rappresenta questa sacra patria nostra in tutto il suo passato e nel suo avvenire. Però nell'immagine di Dante noi vogliamo raffigurare l'ingegno, il sapere, le sventure, le glorie, le fatiche, le speranze e tutta la vita dell'intero popolo italiano.

Il concetto è grande: e grande ancora noi vogliamo che sia l'opera alla quale cerchiamo l'aiuto di tutti i nostri cittadini.


Ci siamo già uniti una sessantina ed abbiamo quindicimila lire; ma ben altro bisogna ad effettuare questa idea. Onde invitiamo tutti coloro che hanno amore di patria e gentilezza di animo ad unirsi a noi, sia come socii fondatori, dando per due anni dieci lire il mese, sia offerendo qualunque somma una o più volte.



Gentili donne e giovani generosi, a cui non si parla mai invano quando si propone una bella impresa, ascoltateci volentieri. E voi, o onesti popolani, aiutate anche voi questa opera italiana. E quando nel maggio del 1865 (così sperava allora), sei secoli appunto dopo la nascita del poeta, voi vedrete surto il monumento, e sovresso la statua di Dante, menateci i vostri figliuoli, e dite loro additandolo: Questi ha ammaestrato tutti gli Italiani a parlare, a sapere, ad amare, ad essere vera mente liberi.

E scritto un regolamento che vi dice le norme della nostra associazione: il resto ve lo dica il vostro cuore. Napoli gennaio 1863.


LETTERA CIRCOLARE. Signore, ci permettiamo di inviarle il programma ed il regolamento d'una Società di onesti uomini che si propongono d' innalzare un monumento a Dante in Napoli. Non è questo un pensiero di letterati, nè un onore che si vuol rendere ad un poeta; ma s'intende manifestare così un grande concetto po litico, Unità nazionale, di rinnovare artisticamente il Plebiscito. Dante rappresenta tutto il pensiero del popolo italiano: e noi invece di ritrarre la gran patria nostra con le fattezze d' una femminetta bella, la personifichiamo in quel sommo che primo la ideò e desidero forte, una, sgombra di forestieri, non pretesca.

Ella, o signore, sentirà in cuor suo che questo divisamento non è spregevole. Ma per effettuarlo, per fare, un'opera la quale corrisponde in parte all'alto concetto, è necessario il concorso di moltissimi. E però in nome di tatti i socii noi la preghiamo di volerci aiutare, di persuadere ad altri come quello che si vuol fare torni a decoro di tutto il paese, di raccogliere dai suoi amici e conoscenti offerte di danaro e mandarle al Cassiere della Società signor Giulio Leandro, controllore del Museo Nazionale.

Proponga la cosa al suo municipio, e certo sarà accettata; perchè ogni Bella proposta è sempre gradita alle adunanze degli uomini liberi. L'unica lira data dall'artigiano sarà bella quanto le cento e le dugento e le mille date dal ricco. Le buone imprese debbono essere aiutate dai buoni: e noi speriamo che Ella vorrà adoperarsi per questa efficacemente, ed esserci cortese di sua risposta. Napoli maggio 1863.


(Scritti vari di letteratura, politica ed arte di Luigi Settembrini riveduti da F. Fiorentino, vol. 1, Napoli 1879, pp. 449 - 451)

(foto Angelo Forgione)


L’erezione di un monumento a Dante in quello che era allora denominato prima Largo del Mercatello e poi Foro Carolino, inseriva la città nell’itinerario del ‘dantismo’ italiano, che fra dipinti e monumenti vide rifiorire la figura del sommo poeta al centro di nuove considerazioni artistiche e letterarie, ma soprattutto ne individuava una nuova identità, coincidente con la nascita della nazione e della nuova fisionomia politica dell’Italia unita.

(Isabella Valente, Luigi Settembrini e le arti. Il caso del monumento a Dante, sta in Studi Desanctisiani, 2/2014, Fabrizio Serra editore, p. 149)


Il Consiglio Comunale di Gragnano, da parte sua, nella seduta del 23 maggio 1863 rispose positivamente all'appello con lo stanziamento di una quota di lire cinquanta.

Concorso per la costruzione del Monumento a Dante

Il presidente à invitato il Consiglio deliberare una qualche somma per concorrere alla costruzione di un Monumento a Dante in Napoli per la quale una società preseduta da Luigi Settembrini à già preso l'iniziativa, ed à rimesso a questo municipio il programma che si legge.

Il Consiglio à voti uniformi à deliberato pagarsi dalle impreviste del corrente anno la somma di Lire cinquanta per l'obietto sopra segnato, rimanendo la Giunta delegata per fare la relative pratiche, onde una tal somma la si offra al Presidente della Società Dantesca Sig. Luigi Settembrini

(Archivio Storico di Gragnano, registro n. 1)


Non siamo in possesso della delibera di Giunta che confermi quanto sopra espresso, per la mancanza dei relativi registri dell’epoca, ma l’unanimità della decisione non dovrebbe lasciare adito a dubbi.

Considerato che nel 1867 moriva il socio cassiere della Società Dantesca Giulio Leandro e che la di lui vedova affidò proprio a Settembrini tutte le carte del conto generale d’introito ed esito, possiamo ipotizzare che il contributo fornito dal Municipio di Gragnano rientrasse nella voce: somme raccolte da molti oblatori, dal Municipio, dalla Provincia, dagl’interessi della Banca Nazionale ammontanti in totale a lire 4925,24. (Scritti vari, op. cit., pp.. 453 e ss.),

anche perché le somme d’ora innanzi raccolte verranno elencate minuziosamente, donatore per donatore da Settembrini e tra di esse non figura il Municipio di Gragnano.


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